Canazei di Colle Santa Lucia - Proff. Alberto Bertini

A cura del Professor Alberto Bertini – Instagram 

A volte basta leggere il nome di un luogo per capirne l’evoluzione geologica nel corso dei tempi: è quello che succede con alcune località di montagna dell’Agordino dove gli abitanti hanno voluto evidenziare le caratteristiche legate alla morfologia del territorio. E’ così che oggi possiamo cercare tra gli oronimi della nostra vallata e selezionare quelli che hanno attinenza con la geologia agordina, i cosiddetti geotoponimi.

Partiamo da nomi molto diffusi come Masarè (di Rocca Pietore e di Alleghe), ovvero macereto, accumulo di blocchi rocciosi legati a frane come ad esempio il deposito della famosa frana del Monte Piz che nel 1771 diede origine al Lago di Alleghe: a tal proposito è interessante notare che già in documenti antecedenti la nascita del lago, la località in comune di Rocca Pietore era già chiamata Masarei per cui non è da escludere che sia esistito un altro specchio d’acqua formatosi prima dell’attuale lago, come farebbero supporre anche alcuni indizi geologici.

Lago di Alleghe con la frana del Monte Piz del 1771 - Proff. Alberto Bertini

Lago di Alleghe con la frana del Monte Piz del 1771 – Proff. Alberto Bertini

Masarei è un altro geotoponimo comune sia in Agordino che nell’intero territorio dolomitico: la frazione ubicata in comune di Livinallongo del Col di Lana deve il suo nome ad una frana staccatasi dal dal Ru de Mont tra il 20 ed il 21 aprile del 1626 ed oggi sono rimasti i grossi massi a testimoniare l’evento.

Anche sopra Cencenighe un intero versante è interessato da un vasto movimento franoso dovuto al peso che i calcari e le dolomie della Formazione del Contrin esercitano sui sottostanti calcari più teneri e sulle rocce della Formazione di Werfen: è la zona del Meseróz ovvero il “macereto” i cui grossi blocchi dolomitici sono oggi utilizzati come palestra di roccia da numerosi alpinisti.

Masso di dolomia al Meseróz - Proff. Alberto Bertini

Masso di dolomia al Meseróz – Proff. Alberto Bertini

Altro geotoponimo interessante è legato alla presenza di zone paludose, spesso in presenza di accumuli franosi, morenici, ecc.: si tratta di Pallua, o palude, presente con varianti in varie zone dell’Agordino. Palue è una frazione dell’abitato di Sottoguda in comune di Rocca Pietore: insieme alla vicina Pian testimonia dell’antico territorio paludoso venutosi a formare dopo la frana legata al crollo della parete del sasso Bianco nel 1117 in seguito ad un forte terremoto.

Lo sbarramento del Torrente Pettorina ha portato alla formazione di un lago effimero ben presto interrato ed impaludato, oggi rappresentato dai grandi prati orizzontali di Pian e di parte della stessa Palue. Palu’ è anche il nome di una frazione di Cencenighe in prossimità del Torrente Cordevole e dei suoi terreni alluvionali su cui oggi sorge gran parte del paese agordino e tale geotoponimo si trova anche in altre località come ad esempio Colle Santa Lucia in Val Fiorentina (Pallua).

Curioso è anche il caso dei nomi Canazaei (Colle Santa Lucia) e Canacede (San Tomaso agordino) che secondo alcuni studiosi potrebbero derivare dal latino “Canacetum” ovvero canneto, zona con molte canne palustri che potevano crescere in zone paludose. Molti nomi sono poi molto significativi e di facile spiegazione: Frena, geotoponimo molto diffuso in tutte le Dolomiti, ovvero frana oppure Boa, la frana con scoscendimento di detriti come ad esempio la località chiamata Boa de Rucavà (Colle santa Lucia) dove il 12 maggio del 1988 scese una massa franosa che sbarrò il corso del T. Cordevole con formazione di un lago effimero che arrivava fino alla zona di Salesei: la successiva violenta rottura della soglia detritica dovuta alla spinta dell’acqua provocò l’innalzamento della piana di Caprile, già duramente minacciata dalle alluvioni dei torrenti Cordevole, Pettorina e Fiorentina aumentando così il rischio idraulico della zona.

Canazei di Colle Santa Lucia - Proff. Alberto Bertini

Canazei di Colle Santa Lucia – Proff. Alberto Bertini

Altra “Boa” famosa è quella di Conaggia, ovvero l’ultima delle frane che hanno interessato, a partire dalla fine del ‘700 la zona di La Valle Agordina: il 23 aprile 1888 scese una poderosa colata di terra in una zona già provata da più eventi alluvionali nei decenni precedenti e la sera del 26 aprile vennero sommerse decine di abitazioni costringendo all’evacuazione numerosi abitanti. Altro nome frequente legato agli aspetti geologici della montagna è Ròa, ovvero frana, ghiaione detritico come la famosa Ròa de Listolade, la frana che il giorno 11 maggio 1865 interessò le pareti dolomitiche del Monte Framónt e di cui ancora oggi è visibile il grande ammasso costituito da enormi blocchi rocciosi.

Esistono poi curiosità legate alla geologia come ad esempio la Lòra, ovvero l’imbuto, un inghiottitoio carsico che nel gruppo della Civetta dà il nome alla conca, il cosiddetto Pian de la Lòra, che in occasione di piogge abbondanti si riempie di acqua dando origine ad uno spettacolare laghetto. Legati alla morfologia delle montagne sono i nomi come Ánder (antro), Cól (grotta), Bus e Foràm (buco, foro), Crepa, Crepáz (crepe, fratture) oppure Caldierón, Caldrolón, Caldrole (marmitte di evorsione fluviali o circhi montani modellati a scodella).

Le caldrole di Rivamonte Agordino - Proff. Alberto Bertini

Le caldrole di Rivamonte Agordino – Proff. Alberto Bertini

Questi sono solo alcuni dei principali geotoponimi presenti in Agordino, non certamente tutti, altri possono essere trovati sia da chi abita in queste meravigliose vallate sia da chi, anche dotato di una semplice carta topografica, voglia capire la storia geologica delle nostre belle località.