Chiesa Falcade Alto S. Sebastiano patrono Falcade

Chiesa di Falcade Alto dedicata a S. Sebastiano – foto di Marco Valt

La Chiesa di Falcade-Alto (frazione di Falcade) è dedicata ai SS. Sebastiano e Fabiano ed è la Chiesa più antica del Comune (1483).⠀


All’ interno potete ammirare, sull’ altare maggiore, il Martirio di S. Sebastiano di Valentino Rovisi, probabilmente allievo del Tiepolo.

San Sebastiano è uno dei Mercanti della Neve dell’Agordino: l’onomastico ricorre il 20 gennaio ed è il santo invocato contro le epidemie e le malattie contagiose. S. Sebastiano è il patrono di Falcade.

Detto popolare – “Da Sanbastian metà fèn e ‘ntèrz de pan” :per finire bene l’inverno, un tempo bisognava avere, a questa data, almeno metà del fieno  raccolto per il bestiame e almeno ancora un terzo di farina per fare il pane in casa.

s. Sebastiano è spesso raffigurato trafitto da frecce: infatti fu un martire (per ben 2 volte) della Chiesa Cattolica, condannato a morte da Diocleziano, trafitto frecce. Sebastiano miracolosamente sopravvisse e si ripresentò dall’Imperatore, rimproverandolo per le persecuzioni verso i Cristiani. L’uomo fu nuovamente condannato a morte: morì per  flagellazione nel 304.

Ricordiamo la scultura di Augusto Murer “San Sebastiano” e la fontana dedicata a San Sebastiano di Franco Murer.

Riportiamo un SAGGIO tratto da: LIBRO – “CONOSCI ROCCA PIETORE” del 2005 – Scuola Primaria di Rocca Pietore  – AUTORE

SAN BASTIAN

L vint de janèr l é sègra nta Staguda,
la sègra de San Bastian.
Del 1482 l’eva sté na gran moria de jeint
ju per duta la val del Cordol.
L’eva la peste che, de chi agn,
la copeva ju la jeint come le mosce e,
defati, i nuosc vege i dijeva scialdo su
sta orazion:
“A peste, fame et bello:
libera nos Domine!”
che voleva dì:
“Signor, libereene da la peste,
da la fam e da la guera!”
Chi da Staguda e da Laste,
sprigolèi da sto mèl,
i ava fat n voto:
se l Signor l i avesse salvèi,
lori, a cont, i avese fat su na gejia
ai Seinc sora la peste,
che fosse San Bastian, San Fabian e San Ròch.
Dut intorn i continueva a morì ju,
ma negugn de chi da Staguda e da Laste
i s’à malé.
Cojita i à fat su la gejia da Staguda,
che ncora ncuoi l’ei ilò da vedei.

Pèr che San Bastian el siebe nasciù a Milan.
De mestier l fajeva l melitar
sot l inperador Diocleziano,
ma, da ite da iel, l eva crestian.
N bel di, Diocleziano l à comandé
de mete n perjon duc chi
che prieva Nost Signor.
Co l à vedù che, nianter ite duta chela jeint,
l eva encia l Bastian, l i à dit:
“Ah cojita Bastian!
Mi t’è seinper tegnù per amigo
e ti nveze, daré via,
t’es seinper stat contra de mi!”
“Mi – l li à responù l Bastian – è seinper prié
l Signor per l tò begn e per chel de Roma.”
Diocleziano no l li à dat bado,
l à ordiné nveze che i lo lie a na pianta
e che i lo cope co le frezie.
I l à lascé ilò come mòrt
e i é se n juc.
Sora ncin l é rué na femena e
la s à inascòrt che l tireva ncora l fié.
Ilaota la se l à sturté su, la là medié su e
l Sèint l s à trat in ca.
No l é passé tant teinp che
l Bastian l é torné da Diocleziano:
l ava chela de l convertì.
Podé ve peinsé!
L inperador l à ciamé delongo
le so guardie e l li à dit:
“Dei na carega de legnade e
butelo nte le fognadure.”
N chela ota el Bastian l é mort da sen.
Via per la nòt l i é conparì ntel insogno
a na femena e l li à dit
ulà che i l ava buté.
Sta femena l’ei juda ntel luoch che l li ava dit,
la l à sturté su e cojita i à podù l sepolì
co na bela funzion, come che Dio comanda.
San Bastian l é mòrt del 288.
L é sora chi che se taia o che se ferisc.
Valgugn i disc che l é encia sora la ponta,
forsci percieche l iniom de sto mèl
l regorda la ponta de le frezie che l à copé.

SAN SEBASTIANO

Il venti gennaio è la sagra di Sottoguda,
la sagra di San Sebastiano.
Nel 1482 era morta molta gente
in tutta la valle del Cordevole.
Era la peste che, in quegli anni,
faceva morire la gente come le mosche e,
infatti, gli anziani recitavano sempre
questa preghiera:
“A peste, fame et bello:
libera nos Domine!”
che significava:
“Signore, liberaci dalla peste,
dalla fame e dalla guerra!”
Gli abitanti di Sottoguda e Laste,
spaventati dall’epidemia,
avevano fatto un voto:
se il Signore li avesse salvati,
loro, in cambio, avrebbero costruito una chiesa
ai Santi protettori contro la peste,
cioè San Sebastiano, San Fabiano e San Rocco.
Tutt’attorno la gente continuava a morire,
ma nessuno di Sottoguda e di Laste
si ammalò.
Fu così che sorse la chiesa di Sottoguda,
che si può vedere ancora oggi.

Pare che San Sebastiano sia nato a Milano.
Era un soldato
dell’imperatore Diocleziano,
ma, segretamente, era cristiano.
Un bel giorno Diocleziano ordinò
di incarcerare tutti quelli
che pregavano Nostro Signore.
Quando vide che, tra tutta quella gente,
c’era anche Sebastiano, gli disse:
“Ah così, Sebastiano!
Io ti ho sempre ritenuto un amico,
mentre tu, sotto sotto,
mi sei sempre stato contro!”
“Io – gli rispose Sebastiano – ho sempre pregato
il Signore per il bene tuo e di Roma.”
Diocleziano non lo ascoltò,
ordinò invece che fosse legato ad un albero
ed ucciso con le frecce.
Lo lasciarono lì come fosse morto
e se ne andarono.
Dopo un po’ arrivò una donna e
si accorse che respirava ancora.
Allora lo raccolse, lo medicò e
il Santo si riprese.
Non molto tempo dopo,
Sebastiano tornò da Diocleziano
per convertirlo.
Figuratevi!
L’imperatore chiamò immediatamente
ie sue guardie dicendo loro:
“Bastonatelo e
gettatelo nella Cloaca Massima.”
Quella volta Sebastiano morì sul serio.
Durante la notte comparve in sogno
ad una donna e le disse
dove l’avevano buttato.
La donna si recò sul posto indicatole,
lo raccolse e così poterono seppellirlo
con il rito cristiano.
San Sebastiano morì nel 288.
Protegge chi si taglia o si ferisce.
Secondo alcuni protegge anche dalla polmonite,
forse perché il nome della malattia
ricorda la punta delle frecce che lo uccisero.

Tratto dall’Archivio delle tradizioni orali del Veneto – http://www.venetrad.it/