L’uragano Vaia, che ha colpito il Nord Italia, in particolare l’area dell’Agordino, è stato un evento meteorologico estremo caratterizzato da fortissimi venti e piogge intense. Ha causato la caduta di milioni di alberi e danni ingenti ai boschi.
Vaia è stata definita inizialmente ed erroneamente “tempesta” ma in realtà si è trattato di un vero e proprio uragano, i venti infatti hanno raggiunto le velocità del grado 12 della Scala di Beaufort , venti che solitamente riescono a originarsi solamente in acque tropicali o subtropicali del pianeta.
Già nei giorni precedenti all’evento si erano verificati innalzamento delle temperature, un caldo vento di scirocco e la zona di Taibon Agordino fu interessata da un vasto incendio che rase al suolo le pendici di parte del gruppo montuoso delle Pale di San Lucano.
Tra il 27 e il 29 Ottobre caddero fino a 870 mm di pioggia e i venti raggiunsero i 217,3 km/h[ sul passo Rolle, lo scalatore Reinhold Messner li paragonò ai venti che si registrano sul monte Everest.
Le fortissime raffiche abbatterono in una sola notte milioni di alberi, causando un danno economico di oltre 1 miliardo e 769 milioni di euro solo in Veneto.
Danni a strade, comunicazioni interrotte, energia elettrica mancante e danni a edifici e infrastrutture. Alcuni paesi restarono isolati senza possibilità di comunicazioni per giorni.
Le zone più colpite sono state l’Agordino, il Cadore, il Feltrino, il Comelico, la Carnia e la Val di Fassa, dove sono stati registrati record di precipitazioni.
La Regione Veneto ha catalogato l’evento come peggiore rispetto a precedenti alluvioni, come quella di Venezia del 1966.