Un riassunto da “La Villa Veneta Crotta De’ Manzoni di Agordo” di Ave Morassi e Maria Del Din Dall’Armi  e del Circolo Culturale Agordino 1985  

Villa Crotta De' Manzoni di Agordo

Il ” Quaderno n. 22″ Istituto Bellunese di ricerche sociali e culturali del 1985

La bella villa Crotta De’ Manzoni di Agordo è la villa veneta più settentrionale della provincia di Belluno.

E’ un complesso architettonico che si è evoluto nel corso di più secoli e sorge al centro del paese di Agordo circondata dalle magnifiche Dolomiti Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

El Broi di Agordo e Villa Crotta de Manzoni

El Broi di Agordo e Villa Crotta de Manzoni

La villa si affaccia sulla piazza di Agordo e sul grande prato verde che costituiva il centro della comunità medievale Agordina : il “Broi”. Tale nome ha origine incerta, potrebbe derivare da un etimo celtico “bröi” o “bröl”, ”brògilos”, passato al latino tardo ”brogilum” col significato di frutteto o appezzamento di terreno compreso tra muri, divenuto poi “Broleus Agundi” o “Broleus Episcopatus”.

Villa Crotta De' Manzoni di Agordo

Villa Crotta De’ Manzoni di Agordo fotografia dal libro La Villa Veneta Crotta De’ Manzoni Circolo Culturale Agordino 1985

Agordo, sin dai tempi dei romani, era conosciuto per le importanti miniere di argento, di rame e di ferro e per il commercio del legname e ciò permise lo sviluppo economico sociale di alcune famiglie che qui seppero investire e accrescere le loro ricchezze.

La piazza di Agordo e il Broi erano il fulcro delle attività e proprio qui sorgevano le abitazioni e i magazzini dei signori feudali, del vescovo Conte e delle altre importanti famiglie dell’Agordino ed è anche possibile che il torrente Rova, che al tempo scorreva lungo via Carrera, arrivasse nel Broi e qui venisse utilizzato per varie funzioni.

Tra queste famiglie vi erano i Pietriboni e Paragatta, commercianti e industriali che a causa di difficoltà economiche ( le fortune nel settore delle estrazioni minerarie erano estremamente mutevoli e legate a eventi inaspettati come le frequenti inondazioni dei cunicoli delle miniere) si trovarono costretti a vendere le azioni delle miniere e i beni immobili alla famiglia di Francesco Crotta di Lecco.

Di questi loro antichi edifici rimangono il corpo più antico della villa che è quello più basso e alcuni resti come per esempio il grande portale a brugne rustiche dell’angolo nord-ovest.

Per volere del Crotta la costruzione fu rialzata e venne aggiunta una loggia in pietra e numerosi abbellimenti, decori e affreschi.
Altre migliorie avvennero nella prima metà del XVII secolo da parte dei fratelli Giuseppe e Giovanni Antonio Crotta che vennero riconosciuti  “patrizi veneti” e dietro al palazzo una sistemazione omogenea : venne edificato in questo periodo il corpo principale della villa.

Giuseppe Crotta fece costruire anche un nuovo edificio in via Rova che al tempo era la via principale di ingresso ad Agordo : in seguito tale villa fu completamente distrutta a seguito dei funesti eventi che si abbatterono sulla famiglia.

Giuseppe infatti fu ritenuto reo dell’ assassinio del fratello Giovanni Antonio e gli vennero confiscati tutti i beni, fu bandito dalle terre della Repubblica Veneta e a memoria della sua terribile colpa, in fondo alla via Rova ( detta Riva dei Paci), fu innalzata la colonna di infamia. Tale colonna è ancora ad Agordo e si può vedere nel mezzo della fontana del Broi.

Villa Crotta De' Manzoni di Agordo

La fontana con il Leone e la “colonna infame” Agordo – fotografia dal libro La Villa Veneta Crotta De’ Manzoni Circolo Culturale Agordino 1985

Nella seconda metà del XVII secolo venne costruito il loggiato che abbraccia i due lati del cortile della fontana con il bel portico sostenuto da colonne bugnate a rocchi sovrapposti di diverso diametro sormontate da un capitello tuscanico.

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Il-loggiato-Villa-Crotta-De-Manzoni foto Ylenia Vassere

Molto bello il mascherone che tutto ora possiamo ammirare sopra la porta carraia.

Sempre in questo periodo vennero costruite le stalle e le scuderie e poi la foresteria chiamata “Barchessa”.
Nel 1962 Alessandro Crotta, figlio di Giovanni, riavviò la miniera e dotò il palazzo del bellissimo parco giardino.

Il parco è suddiviso da due lunghi viali paralleli ed è ornato da statue rappresentanti divinità e personaggi mitologici e storici: Atlante, Socrate, Salomè sono solo alcune delle bellissime figure che vennero abilmente plasmate con i blocchi di pietra delle cave di Cencenighe.

La-Salomè-Villa-Crotta-De-Manzoni-Agordo

La-Salomè-Villa-Crotta-De-Manzoni-Agordo foto Ylenia Vassere

Sì ipotizza che l’artista potrebbe essere stato il Lombardo.

Purtroppo alcune statue vennero deturpate dai soldati austriaci nel 1918 e quasi tutte hanno evidenti segni di deterioramento ma mantengono comunque un loro grande fascino.
L’ultima parte costruita in questo periodo fu la sala di rappresentanza che è la parte di edificio più vicino alla piazza e si affaccia sul piccolo giardino e sulle statue della cancellata in ferro conosciute come i “Pop” i i “Mut del Grota”.

Nel XVII XVIII secolo Giuseppe Manzoni venne ad Agordo come amministratore dei beni Crotta e nel giro di poco tempo ne acquistò  i patrimoni e nel 1920 ebbe il titolo nobiliare di De’ Manzoni dal l’imperatore d’Austria.
De’ Manzoni arricchì il palazzo con numerose opere d’arte di Seffer, del Danieli, De Biasio e dei pittori Paoletti e De Min.
Giuseppe Segusini abbellì le scale del corpo principale e preparò il progetto della “Torresela”, la costruzione che si erge in fondo al parco dove un tempo c’era un’antica torre di osservazione e di difesa.

Villa Crotta De' Manzoni di Agordo

La Torresella fotografia dal libro La Villa Veneta Crotta De’ Manzoni Circolo Culturale Agordino 1985

La Torresela ( oggi chiamata Torresella)  per gli abitanti di Agordo, soprattutto per i più piccoli, ha da sempre, rappresentato un luogo di grande mistero e fascino e a tal proposito esiste  una leggenda che narra del fantasma della Torresela.
La leggenda vuole che il fantasma del Crotta ucciso dal fratello Giovanni non avesse mai abbandonato il palazzo e si agirasse tra la loggia il giardino e la torresela e che durante le notti di temporale si potessero udire le sue grida.

Tra il 1964 e il 1967 vi furono dei restauri che consentirono di mantenere le caratteristiche storiche e di arricchire ulteriormente il palazzo grazie alle mascherine collocate sopra gli archi della facciata Sud del fabbricato più antico con le opere di Aldo Zasso e di Augusto Murer.

La villa è privata e chiusa al pubblico, si può ammirare dalla piazza e dal Broi e si può vederne il loggiato. E’ possibile visitarla in particolari occasioni come per esempio le giornate del FAI.

 

Il testo è una breve sintesi dell’interessante e dettagliato libro del 1985 “Quaderni Bellunesi numero 22”, del Circolo Culturale Agordino, frutto delle approfondite ricerche di Ave Morassi e Maria del Din Dall’Armi.

Le fotografie del libro in bianco e nero : Della Lucia Franco, Dell’Armi Francesca, Ben Adriana, Morassi Ave

Il libro è presente nella bliblioteca di Agordo.